Positivo :
Si tratta di un’avventura grafica made in Italy (cosa più che rara in campo videoludico!) molto simile come meccanica di gioco al primo Myst, e come il precedente gioco trattato (il primo Atlantis) ha anch’esso chiarissimi riferimenti all’esoterismo, e li ha, se possibile, in un modo ancor più diretto e aperto, palese, perché se in Atlantis, Myst e la maggior parte delle altre saghe e opere (che siano videoludiche, letterarie, cinematografiche ecc.) che hanno all’interno messaggi filosofici ed esistenziali profondi ed archetipi o simboli mistici che rievocano particolari sentimenti dall’inconscio e significati, e parlano dritti alla nostra anima, se nella gran parte di queste opere il tutto è magari sorretto, presentato e mediato da una storia e una trama spesso epica ma molto “terrena” e classica nella sua struttura, con i suoi personaggi, i suoi eventi , colpi di scena, lotta contro personaggi avversari ecc. (chiariamo, non che questo meccanismo romanzesco sia slegato dagli insegnamenti profondi celati al suo interno, anzi proprio perché non c’è mai separazione tra “alto e basso”, tra interiorità ed esteriorità, esso ne è comunque connesso ed è il mezzo, sia nell’opera di fantasia romanzata che nella nostra realtà abituale in forma di storie e avvenimenti sociali, in cui la verità interna si rivela e si manifesta, più o meno velatamente, ai nostri occhi : il mondo interiore e invisibile crea il mondo visibile, ed è tramite quest’ultimo che il primo può essere ulteriormente compreso e vissuto, in un’ottica speciale) al contrario in Vitae non c’è una struttura di questo genere che media, ma si percepisce il gioco direttamente come una vera e propria guida di alchimia nell’interiorità solitaria dell’individuo, in un mondo simile a quello della veglia ma quasi onirico, in cui il solo personaggio presente, dall’inizio alla fine, è appunto il protagonista, che è anche la voce narrante di questo gioco, il cui solenne incipit, accompagnato da un sottofondo musicale mistico davvero melodioso e toccante, quasi a pizzicare le corde della nostra anima, ne spiega il suo (di lui, del protagonista) scopo :
“La
grandiosa macchina del mondo fu sorretta dal purissimo Fuoco, dalla vitale
Acqua, dall’invisibile Aria e dalla materna Terra, strettamente legati affinché
nessuno superasse l’altro, ma tutti unissero le proprie virtù in un perfetto
equilibrio... Ebbe così principio il grande mistero, il segreto che da sempre
l’uomo tenta di penetrare, svelare, possedere, pur cosciente che mai gli
apparterrà : la Vita. Quattro magiche ampolle attirarono il mio interesse, in
ognuna di esse brillava un diverso Elemento : il Fuoco in tutta la sua purezza,
l’Acqua eternamente fluttuante, l’Aria dominata da un turbine continuo, e la
Terra, magnifica nella sua solidità. Una cieca bramosia si impadronì dei miei
pensieri, e nonostante mi fosse stato vietato di separare ciò che da sempre in
natura è strettamente legato, tentai di impossessarmi delle ampolle. Mi trovai
così catapultato in un mondo sconosciuto e solitario, senza sapere come poterne
uscire… una sola cosa sembrava certa : ciò che avevo separato andava compreso
nel suo profondo significato, e quindi riunito... Solo allora, forse, mi
sarebbe stato concesso il ritorno alla Realtà.”
Queste
parole sono pura poesia e saggezza, in esse è spiegato e illustrato il percorso
che ha portato in generale l’essere umano e la collettività a scindere e
squilibrare i 4 Elementi della Natura, che rappresentano non solo i 4 stati
della materia/energia densa (solido/Terra, liquido/Acqua, gassoso/Aria,
plasmico/Fuoco), ma simboleggiano anche i gradi diversi di energie sottili che
costituiscono i nostri piani psichici (“come in alto, così in basso”), tant’è
che sono associati anche ai nostri primi 4 chakra in questo modo : 1° chakra,
istinti basilari e radicamento alla realtà concreta= Terra, 2° chakra,
riproduzione sessuale ed emotività “di pancia” legata alle sensazioni, ai sapori=
Acqua, 3° chakra, affermazione dell’identità concreta sul territorio= Fuoco, 4°
chakra, sentimenti elevati di Amore e affettività legati al cuore = Aria.
TETRAKTIS
A parte questa disamina, c’è da dire che tra questi 4 Elementi, il Fuoco è quello energeticamente più sottile e nel lavoro alchemico è forse il più importante, è con esso che si distruggono facilmente le devianze della nostra falsa personalità, della nostra maschera : la persona, in latino, era la maschera teatrale indossata dall’attore, e attraverso cui la voce dell’attore risuonava (per-sona, “suonare tramite, attraverso”) ed è proprio questo che è la nostra personalità, il nostro “carattere”, l’insieme dei tratti e delle tendenze psicologiche, psico-fisiche, prodotto dal nostro vissuto e storia personale e dal nostro Karma individuale (ma anche familiare e collettivo, soprattutto in certi casi), questa grande e variopinta struttura psichica invisibile ma presente nei nostri comportamenti anche più nascosti, questa personalità, questo carattere ecc. non è nient’altro che la nostra maschera teatrale, il nostro personaggio nel grande show che è la Vita, e dunque non si anima da sola, ma è animata da un attore, che è la nostra più profonda essenza, ciò che siamo veramente, che usa il personaggio come tramite per interagire su vari piani esistenziali, tra cui quello ordinario che vediamo tutti, molto denso (la “materia”). Il guaio è che a un certo punto attore e personaggio non sono più stati in sincronia, il personaggio non ha più agito in accordo alla guida dell’attore, ma ha cominciato a deviare dalla Natura, diventando sbilanciato, disarmonico, una maschera mostruosa e immonda, con varie sproporzioni e irregolarità causate da quelli che vengono chiamati “aggregati psichici” o più comunemente “ego”.
(immagine scherzosa ;) )
Per-sona a sinistra : in sintonia con l'attore ; Per-sona a destra : immonda xD
Questa moltitudine di “ego”, e di conseguenza questa devianza dalla Natura da parte del personaggio, hanno avuto il loro principio in qualche modo nell’attore stesso, la sua bassa coscienza ha permesso tutto ciò, perché come detto in precedenza “coscienza negligente è coscienza incosciente”. Ed è l’incoscienza, unita già a un “ego” di “cieca bramosia”, che non permette al protagonista di Vitae di comprendere il profondo significato degli Elementi e del loro stare legati in equilibrio e armonia, volendo possederli egoisticamente appunto, e separandoli gli uni dagli altri, causando squilibrio nella Natura esterna e interna a lui stesso, e facendolo finire all’inizio del gioco in questo “mondo sconosciuto e solitario” che rappresenta sia un possibile mondo materiale/denso che la sua dimensione interiore del momento, brulla e caratterizzata da un enorme teschio che troneggia al centro dell’isola principale, insieme a vari altri teschi di normali dimensioni incontrati durante il gioco, forse a simboleggiare il fatto che, avendo interferito nella naturale armonia della Vita dentro e fuori di lui, il protagonista è precipitato anche psicologicamente in una dimensione e stato di “morte” nel senso di assenza o carenza di vita, di vitalità, intese come energia d’Amore che permea, almeno nelle fondamenta, ogni esistenza. Sarà quindi con l’uso e l’aumento di coscienza, con la comprensione della profonda essenza degli Elementi e con la loro ri-unione armonica che il protagonista potrà ritrovare il suo vero centro psicologico, avere una conoscenza molto più veritiera di prima dell’universo e di sé stesso (macrocosmo e microcosmo, come già detto, inseparabili tra loro) e sentir germogliare di nuovo la Vita dentro e fuori di sé, dunque facendo “ritorno alla Realtà” (la realtà della Vita, al di fuori delle illusioni e deviazioni dalla verità).
TETRAKTIS
A parte questa disamina, c’è da dire che tra questi 4 Elementi, il Fuoco è quello energeticamente più sottile e nel lavoro alchemico è forse il più importante, è con esso che si distruggono facilmente le devianze della nostra falsa personalità, della nostra maschera : la persona, in latino, era la maschera teatrale indossata dall’attore, e attraverso cui la voce dell’attore risuonava (per-sona, “suonare tramite, attraverso”) ed è proprio questo che è la nostra personalità, il nostro “carattere”, l’insieme dei tratti e delle tendenze psicologiche, psico-fisiche, prodotto dal nostro vissuto e storia personale e dal nostro Karma individuale (ma anche familiare e collettivo, soprattutto in certi casi), questa grande e variopinta struttura psichica invisibile ma presente nei nostri comportamenti anche più nascosti, questa personalità, questo carattere ecc. non è nient’altro che la nostra maschera teatrale, il nostro personaggio nel grande show che è la Vita, e dunque non si anima da sola, ma è animata da un attore, che è la nostra più profonda essenza, ciò che siamo veramente, che usa il personaggio come tramite per interagire su vari piani esistenziali, tra cui quello ordinario che vediamo tutti, molto denso (la “materia”). Il guaio è che a un certo punto attore e personaggio non sono più stati in sincronia, il personaggio non ha più agito in accordo alla guida dell’attore, ma ha cominciato a deviare dalla Natura, diventando sbilanciato, disarmonico, una maschera mostruosa e immonda, con varie sproporzioni e irregolarità causate da quelli che vengono chiamati “aggregati psichici” o più comunemente “ego”.
(immagine scherzosa ;) )
Per-sona a sinistra : in sintonia con l'attore ; Per-sona a destra : immonda xD
Questa moltitudine di “ego”, e di conseguenza questa devianza dalla Natura da parte del personaggio, hanno avuto il loro principio in qualche modo nell’attore stesso, la sua bassa coscienza ha permesso tutto ciò, perché come detto in precedenza “coscienza negligente è coscienza incosciente”. Ed è l’incoscienza, unita già a un “ego” di “cieca bramosia”, che non permette al protagonista di Vitae di comprendere il profondo significato degli Elementi e del loro stare legati in equilibrio e armonia, volendo possederli egoisticamente appunto, e separandoli gli uni dagli altri, causando squilibrio nella Natura esterna e interna a lui stesso, e facendolo finire all’inizio del gioco in questo “mondo sconosciuto e solitario” che rappresenta sia un possibile mondo materiale/denso che la sua dimensione interiore del momento, brulla e caratterizzata da un enorme teschio che troneggia al centro dell’isola principale, insieme a vari altri teschi di normali dimensioni incontrati durante il gioco, forse a simboleggiare il fatto che, avendo interferito nella naturale armonia della Vita dentro e fuori di lui, il protagonista è precipitato anche psicologicamente in una dimensione e stato di “morte” nel senso di assenza o carenza di vita, di vitalità, intese come energia d’Amore che permea, almeno nelle fondamenta, ogni esistenza. Sarà quindi con l’uso e l’aumento di coscienza, con la comprensione della profonda essenza degli Elementi e con la loro ri-unione armonica che il protagonista potrà ritrovare il suo vero centro psicologico, avere una conoscenza molto più veritiera di prima dell’universo e di sé stesso (macrocosmo e microcosmo, come già detto, inseparabili tra loro) e sentir germogliare di nuovo la Vita dentro e fuori di sé, dunque facendo “ritorno alla Realtà” (la realtà della Vita, al di fuori delle illusioni e deviazioni dalla verità).
Tornando
al Fuoco, esso è quindi il più sottile e “elevato” dei 4 Elementi, come viene
anche detto dal protagonista del gioco una volta che ne trova l’ampolla
contenitrice : “[ il ] Fuoco, l’elemento più puro e degno, fuori visibile, ed
interiormente invisibile…” ; è al vertice della Tetraktis pitagorica, è il
primo elemento da cui derivano gli altri tre a scendere, e gli è associato il
numero 1, l’origine di tutti i numeri finiti, e in questo “caso Elementare” (cioè
riguardante gli Elementi) l ‘origine del 2 (l’Aria), del 3 (l’Acqua) e del 4
(la Terra). In verità ci sarebbe anche un Elemento numero 0, che “precede” il
Fuoco e gli è ancora più sottile, fino ad essere un puro vacuum, vuoto e privo
di massa, che ingloba in sé tutti e 4 gli Elementi, tant’è che essi non sono
altro che differenti deformazioni e disposizioni geometriche di questa stessa
sostanza in principio omogenea : l’Etere.
E
tra queste 4 deformazioni diverse di Etere, è il Fuoco quella che influenza e
trasforma col suo calore gli altri, a livello denso è col calore del fuoco
volgare che si passa da stato solido a liquido ecc. e nei nostri piani
psicologici e sottili è il Fuoco il motore, l’innesco del ri-equilibramento
degli Elementi nei nostri chakra, concentrando il Fuoco nell’Acqua dei nostri
genitali,2° chakra, la facciamo evaporare e salire fino alla testa, dove in
genere c’è troppa Aria, il vapore la smuove verso il basso, verso il Cuore, 4°
chakra, dove ormai abbiamo troppa Terra, troppa solidità, il Cuore è di pietra…
la Terra nel Cuore dunque viene smossa dall’ Aria, e scende giù fino al 1°
chakra, fino ai piedi, la radice, e così gli Elementi pian piano tornano al
loro posto e bilanciati, in Armonia. E proprio questo stesso identico processo
si vede in Vitae (una volta trovate le 4 ampolle degli Elementi) rappresentato
metaforicamente da un bruciatore da distillazione con dentro il Fuoco che
scalda una boccetta da alambicco piena dell’Acqua, la cui evaporazione viene
incanalata in una serpentina (la parte dell’alambicco fatta a spirale) colma
dell’Aria, che esce dentro un sostegno da mappamondo, sulla cui base viene
accumulata la Terra. In tal modo i 4 Elementi sono riuniti e formano un mondo,
attaccato al suo sostegno, a significare che finalmente il protagonista ha
fatto rinascere Vita e vitalità armonica dentro di sé.
Questo
gioco è stato realizzato con un budget economico molto ridotto (come
praticamente tutti i giochi della sua casa sviluppatrice, e in generale come i
videogiochi italiani), nonostante ciò riesce, con pochi mezzi e pur non essendo
un capolavoro di avventura grafica come Myst, ad avere un fascino e
un’atmosfera italico-latina (varie ambientazioni hanno questo aspetto) che
evoca “sapori” arcaici e mistici, mentre certe sue locazioni meno vicine ai
contesti della nostra realtà di veglia (del presente o storico/mitologici che
siano), più “da sogno” (ma non per questo meno sensate), risvegliano sentimenti
e aneliti verso ciò che è vasto e profondo, verso ciò che è Oltre…
Chiudo
questa illustrazione di Vitae con il suo explicit, ossia la conclusione del
gioco, il discorso finale del protagonista che ha anch’esso come l’incipit una
melodia di sottofondo, stavolta non dolce, commovente e celebrativa verso la
Vita, ma grave, aulica, a prendere atto e comprensione della sensatezza,
potenza e magnificenza di essa :
“Sotto
i miei occhi esterrefatti si andava concludendo quell’incredibile avventura… I
4 Elementi, Fuoco, Aria, Acqua e Terra, di cui avevo finalmente compreso il
valore e il significato, tornavano a ricomporsi, a legarsi saldamente per
formare ancora una volta ciò che scioccamente avevo separato. Nel preciso
istante in cui sentivo di essere ormai pronto a tornare al mio mondo, mi
accorsi di quanto avevo imparato da quello straordinario viaggio… Compresi, in
quegli ultimi istanti, che pur essendo impossibile svelare i segreti e i
misteri che regolano la Vita, ogni uomo ha la grande possibilità di avvicinarsi
e rispettare le apparenti piccole cose da cui essa trae la sua origine. Questo
bastò a farmi dimenticare le paure, le angosce, i pericoli incontrati, per
raggiungere la fine dell’avventura… Ho sognato, oppure tutto è realmente
accaduto ? Ancora oggi me lo chiedo, ma senza attendere una risposta,
orgoglioso di essere stato anch’io, in qualche modo, e in qualche mondo, per un
breve attimo, al centro della Vita !"
Articolo scritto da : Lorenzo Gnosis Amato
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